I 5 consigli che vorresti ti dicessero prima che sia troppo tardi

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L’autunno ha la fama di essere il mese della malinconia, dei pensieri e delle riflessioni. Le sfumature e i colori caldi, le foglie che cadono, i rami spogli, la fine dell’estate e la variazione delle ore di buio: tutto ciò concorre a rendere la stagione autunnale la stagione dei rimpianti, delle occasioni perdute, delle opportunità mancate.

Negli ultimi 10 anni, Karl Pillemer, Ph.D., uno dei principali sociologi della famiglia e ricercatori sull’invecchiamento, ha chiesto a più di 2000 persone anziane di parlare delle loro lezioni di vita sul tema rimpianti, rimorsi e occasioni perdute. Il Dottor Pillemer è professore di sviluppo umano alla Cornell University e professore di gerontologia in medicina al Weill Cornell Medical College. La sua ricerca, condivisa in un meraviglioso articolo su Huffingtonpost, si è concentrata su come le relazioni familiari si sviluppano e cambiano nel corso della vita delle persone.

“Durante il nostro studio […] abbiamo chiesto direttamente: «Cosa possono fare i giovani per evitare di avere rimpianti quando avranno la tua età?». I risultati sono sorprendenti e possono far luce sul nostro modo di prendere decisioni grandi e piccole. Il punto di vista di chi è sulla “linea di traguardo” della vita è unico ed inestimabile quando si tratta di capire e prevenire i rimorsi.”

Perciò eccoci a condividerti i 5 preziosi consigli che le persone anziane darebbero ai più giovani.

1 – Scegliete il vostro partner con la massima attenzione

“Gli anziani concordano su una cosa: questa è forse la decisione più importante per un essere umano.” Spiega il Dottor Pillemer.

Ripensando alla loro esperienza ed osservando le esistenze altrui, gli intervistati pensano non ci sia abbastanza attenzione e consapevolezza. Proprio perché con chi passare il resto della propria vita rappresenta una scelta rilevante quanto difficile, Henry, 82 anni, ricorda che “prendersi del tempo prima di impegnarsi in qualcosa è come un’assicurazione contro il rimorso”:

“Siate molto cauti quando scegliete il vostro compagno di vita e cercate di guardare oltre, verso il futuro. Rendetevi conto che ci saranno molte sfide, stabilite se la persona in questione è l’unica che vi piacerebbe avere accanto quando affronterete dei problemi. Io non l’ho fatto e mi piacerebbe dare questo consiglio ai giovani.”

La maggior parte degli anziani cita una parola, ovvero “valori“. La persona con cui condividerai l’esistenza dovrebbe avere i tuoi stessi valori.

2 – Siate sempre onesti

Questo consiglio potrebbe sembrare più una ramanzina, ma in realtà la maggior parte degli intervistati ha riconosciuto in questa qualità il segreto per essere sempre sereni e in pace con se stessi. Essere onesti non solo è una qualità etica, ma grazie ad essa si creano relazioni basate sulla fiducia e sulla trasparenza: “I duemila americani cha hanno contribuito al nostro studio hanno condiviso questa ricetta per vivere senza rimorsi in modo unanime (e convinto). Alla domanda su come evitare il rimpianto, molti hanno risposto: «Siate sempre onesti», «Con l’onestà», «Dite la verità e non tradite le persone». Ma si tratta anche di una lezione “pratica” che molti di loro hanno imparato a proprie spese.”

Arnie Hoffman (83 anni) ha condiviso i suoi principi- guida per la vita, che rappresentano anche la chiave per evitare il rimpianto in ogni ambito:

“[…] Credo che l’onestà controlli ogni cosa. Se sei onesto con te stesso, lo sarai con tua moglie e con la tua famiglia. Se sei onesto con gli altri, qualsiasi cosa accada, potrai sempre guardarti allo specchio e dire con certezza «Non ho fatto nulla di male». […] Se c’è un consiglio che posso dare è “Sii onesto, con te stesso e con tutti gli altri».

3 – Viaggiate di più

Lo scrittore John Steinbeck diceva: “Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone”. È indubbio che i viaggi ampliano la mente e allargano gli orizzonti, ti segna dentro l’animo e ti fa comprendere l’umanità. È un investimento scegliere qualcosa di immateriale e esperienziale come un viaggio, e partire con chi si ama, ci ricorda gli intervistati. Thomas, 81 anni, ci dice:

“Pensavamo che avremmo viaggiato tantissimo una volta in pensione, sai? Ma poi Lynne è morta ed era troppo tardi. Ho fatto qualche viaggetto, ma da solo ti diverti di meno. Ho preso un bus per visitare le Montagne Rocciose Canadesi. Una volta ho parlato anche con lei. Ero seduto da solo, il panorama era meraviglioso ed io desideravo dire a Lynne «Guarda quella luce, il suo colore!». Ma ovviamente lei non c’era. Vorrei condividere le mie esperienze di viaggio con lei, ma abbiamo aspettato troppo a lungo.”

4 – Smettetela di preoccuparvi

La preoccupazione eccessiva è davvero un rimpianto grande e particolarmente sentito. Perché? Secondo i nostri saggi intervistati, preoccuparsi troppo avvelena il momento presente, con la conseguenza che passano i giorni – e prima che te ne accorgi, pure i mesi e gli anni – e hai solo sprecato tempo.

“Perché? Mi chiedo. Che differenza ha fatto il fatto che tenessi la mente concentrata su ogni piccola cosa che sarebbe potuta andare storta? Quando ho capito che non faceva alcuna differenza, ho sperimentato una libertà difficile da descrivere. La mia lezione di vita è questa: evita di sprecare la giornata preoccupandoti di ciò che verrà dopo e lascia che tutto ciò che ami e ti piace entri.”

È un peccato arrivare alla fine della propria vita e rendersi conto del – troppo – tempo speso a preoccuparsi per cose che non sono neanche mai accadute. Perciò è davvero un consiglio sentito: la vita è troppo breve per sprecare il nostro tempo e la nostra energia su preoccupazioni inutili che non ci portano da nessuna parte. Concentriamo la nostra attenzione sulle cose importanti, come la nostra famiglia, i nostri amici, i nostri sogni e le nostre passioni e i nostri valori.

5- Ditelo adesso

Molto simile al consiglio 4, “ditelo adesso” è un inno al coraggio. Quante parole importanti sono rimaste inespresse per paura o per incertezza? A volte pensiamo che ci sia sempre tempo per rimediare, ma purtroppo non è sempre così. La vita è imprevedibile e le occasioni possono sfuggire in un attimo. Il signor David, 72 anni, ha racchiuso questo consiglio in una perla di saggezza: “Mandate fiori ai vivi. I morti non li vedranno mai”.

“Dite alla gente di mandare fiori ai vivi. Perché quando se ne saranno andati, che senso avrà farlo? Se volete farlo, agite ora. Non aspettate ulteriormente. Se volete fare qualcosa che può fare la differenza, fatela ora. Se covate rancore verso qualcuno, perché non chiarirvi immediatamente?”

Più malinconico, ma di forte impatto, il consiglio di Ray (81 anni):

“Se c’è una cosa che rimpiango è non aver detto a mia moglie quanto la amassi, almeno non quanto avrei dovuto. E l’ho capito solo dopo averla persa.”

Alcuni intervistati hanno parlato di questo consiglio in positivo, perché si sono resi conto di essere grati per aver avuto la possibilità di dire qualcosa a qualcuno quando c’era ancora tempo. La signora Ruth, 88 anni, ha perso prematuramente sua figlia in un tragico incidente. Racconta:

“Io e mia figlia facevamo sempre una cosa. Ogni volta, prima di chiudere una telefonata, ci dicevamo sempre: «Ti voglio bene». E ne sono felice perché quelle sono le parole che ho pronunciato quando ho detto addio a Julia. Le ultime parole che le ho detto sono state «Ti voglio bene»″.

A questi consigli, che sentiamo nostri, aggiungiamo quelli racconti da Bronnie Ware nel suo bestseller “I cinque rimpianti più grandi di chi sta per morire”. Bronnie Ware è un’infermiera che ha lavorato per tanti anni con le persone malate terminali. Parlando con loro, si è resa conto che i rimpianti di queste persone erano sempre gli stessi, così decise di scriverli e di condividerli:

  1. Vorrei aver avuto il coraggio di vivere una vita fedele ai miei principi e non quella che gli altri si aspettavano da me
  2. Vorrei non aver lavorato così tanto
  3. Vorrei avere avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti
  4. Vorrei essere rimasto in contatto con i miei amici
  5. Vorrei aver permesso a me stesso, a me stessa di essere più felice.

Che sia il primo studio o quello racconto dall’infermeria, il fil rouge è uno e chiaro: ciò che conta, alla fine, è l’immateriale. Ciò che conta veramente alla fine non è la quantità di cose materiali che abbiamo accumulato, ma le relazioni che abbiamo costruito, le connessioni, le emozioni che abbiamo provato e la felicità che abbiamo condiviso con gli altri.

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